Ciao cucciole sante,
la vostra Super Santa vi porta ogni giorno nel suo cuore, o come diceva Tagore nella splendida poesia intitolata Il servo Kabir, vi porto nel lembo del mantello del mio cuore (scrivetemi se volete sentirla).
La scorsa settimana sono andata a Barcellona a portare la Holy Lesson N1, la città catalana mi fa stare bene, mi sembra evidente che la Spagna non sia inzuppata nel cortisolo come l’Italia. Non è la percezione di chi è Nemo profeta in patria, ma una realistica visione da occhio scevro dal jamon serrano (che non ho mangiato). La critica al paese dei santi si conclude qui.
Quando racconto il progetto della Super Santa ho difficoltà a farlo percepire come un progetto spirituale e politico, perché davanti al prodotto artistico, in cui è declinato, si tende a minimizzare la portata. Eppure dovrebbe essere la regola, non l’eccezione.
Non posso pensare di portare avanti il progetto senza rimanere legata a doppia mandata al concetto di devozione popolare. L’urgenza di riappropriazione del culto dei santi, interessa sia la parte spirituale ma soprattutto fisica ed emotiva, incarnata perfettamente nel concetto di devozione popolare, pietà popolare, religiosità popolare. Trovando difficoltà nella scelta della parola adatta a raccontarne l’essenza si tentano diverse strade, sicuramente una cosa è chiara, il concetto è POPOLARE.
Ma che cos’è la religiosità popolare?
Significato di Devozione / Religiosità Popolare
Il concetto di "popolare" viene generalmente interpretato in due modi: come religiosità delle masse (in contrapposizione alle élite) o come tradizione legata al mondo rurale (in contrasto con quello urbano). Per tanta gente la devozione popolare è l'unico modo per entrare in contatto con il sacro, l'unica occasione o modalità per avvicinarsi a dio a loro modo. In sintesi si tratta di un sentimento di speciale venerazione e fiducia che si ha verso un dato mistero religioso o una data persona con culto religioso.
Definizione e caratteristiche
La religiosità popolare sarebbe quell'atteggiamento che dà origine a forme di cultura popolare che cercano rapporti col divino:
1) Più semplici, col superamento di una pratica religiosa troppo intellettualista e astratta, e concedendo una maggiore partecipazione al sentimento e all'immaginazione.
2) Più diretti, col rifiuto di alcune mediazioni clericali, viste più come ostacolo che come mediazione.
3) Più fruttuosi, col compimento di desideri utilitaristici (facci la grazia Maria!).
Evoluzione storica della percezione
Già nel '700, Papa Pio VI osservava che "si trovano presso il popolo espressioni particolari della ricerca di Dio e della fede. Per lungo tempo considerate meno pure, talvolta disprezzate." Questa visione critica ha caratterizzato per lungo tempo l'approccio alla religiosità popolare.
Fino a pochi decenni fa a prevalere era uno stereotipo piuttosto negativo in cui la religiosità popolare veniva giudicata forma di religiosità incompleta, inquinata da influssi di magia e da residui di paganesimo (esiste ancora, se non nella chiesa, nelle classi acculturate della società).
Le manifestazioni contemporanee
La religiosità popolare, come atteggiamento del popolo nei suoi rapporti col divino, dà origine a varie forme di religione popolare. Esse possono sovrapporsi ed interferire in una rete complessa di rapporti. Riassumendo la situazione di oggi, possiamo dire:
Esistono residui di religioni pre-cristiane, arcaiche, rurali, che sopravvivono in forme più o meno integrate nella religione ufficiale. Possono essere avanzi di una protesta culturale di fronte all'imposizione del cristianesimo con la forza da parte del potere politico, in altri tempi. Secondo una certa interpretazione marxista, sarebbe una reazione “di classe”: gli oppressi e gli sfruttati di fronte alle classi dominanti, alleate molto spesso con la gerarchia ecclesiastica. Non sarebbero puri residui di un conflitto culturale superato, ma l'espressione di una protesta con radici economiche.
C'è una rinascita di certe tradizioni religiose cristiano-popolari (pellegrinaggi, feste patronali, forme di culto mariano molto legate ad atteggiamenti emozionali). Ciò risponderebbe al tentativo di superare le contraddizioni inerenti alla civiltà industriale (sradicamento, emigrazione, anonimato, massificazione). Qui, emerge la nostalgia per una vita e una religiosità più partecipativa, più spontanea e più esperienziale, per reagire all'automazione e alla standardizzazione della società tecnologica.
Sono numerosi i gruppi e i rapporti quasi-religiosi in cerca di salute, guarigione; ecc., ricalcati su modelli ecclesiastici. Il leader guaritore è come il santo: imita le estasi, le visioni, i miracoli terapeutici. Partecipa in qualche modo alla sfera del sacro-magico. Si potrebbe dire altrettanto dei veggenti e di coloro che predicono il futuro. Come spiegazione sociologica, si può pensare anche qui alla nostalgia di ciò che è personalizzato e meraviglioso in seno ad una società di massa, burocratica e razionalizzata.

Caratteristiche fondamentali
Secondo Gabriele De Rosa, teologo e biblista italiano, la religiosità popolare è il filo rosso in grado di unire regioni distanti, ma appunto vicine “spiritualmente” e si caratterizza per cinque elementi fondamentali:
La corporeità. Per esprimersi, la religiosità popolare ha bisogno di segni visibili, di immagini, di parole e di gesti, quindi di tutto ciò che riguarda i sensi.
La ritualità. Il popolo nelle manifestazioni della propria fede è molto attaccato alle varie forme di rito, soprattutto quando esso è compiuto secondo la tradizione e ricevuto come eredità degli avi.
L'umanità. Nella pietà popolare si esprime fortemente la grande sensibilità alla dimensione umana del mistero cristiano (nascita, passione e morte di Cristo).
L'approccio "interessato" al divino. Nelle preghiere prevalgono le richieste di grazie temporali (l'allontanamento delle disgrazie, la guarigione dalle malattie, ecc.).
La predilezione per le feste di ogni genere, vissute in modo spontaneo e comunitario.
Linguaggio e significato culturale
Alle forme espressive della religiosità popolare appartiene anche un linguaggio specifico, che a volte differisce da quello teologico, ma che palesa le emozioni dei credenti e che, nella sua concretezza, tocca da vicino i problemi esistenziali delle persone.
Si tratta quindi di un fenomeno religioso inscindibile da un'esperienza culturale, legato alla storia delle comunità locali. Questo significa che, in quanto “vissuto di un popolo”, se ne comprende il valore e il significato non a partire dalle concezioni o dai contenuti che esprime, ma dalle funzioni che svolge. La sua è anzitutto una funzione rassicurante perché realizza una sorta di “umanizzazione del divino”, avvicinandolo alla vita di tutti i giorni, e quindi alla quotidianità.
Il discorso attorno alla religiosità popolare è complesso e difficile, ci saranno altre puntate. Passiamo ad altre notizie.
Gelato al cioccolato

Il maestro gelatiere siciliano Vincenzo Squatrito ha creato il gelato Hallelujah, vincitore del concorso Sigep-The Dolce World Expo, patrocinato dal dicastero per l’Evangelizzazione del Vaticano e ispirato ai concetti di pace, accoglienza e condivisione, ha un gusto a base di gianduia, nocciole tostate e variegatura di cioccolato puro (veramente zozzo, chapeau a chi l’ha fatto vincere!).
Il gelato sarà presentato e offerto ai pellegrini del Giubileo il 24 marzo, in occasione del Gelato Day, con chioschi allestiti in Piazza Risorgimento, vicino a San Pietro. L’iniziativa, parte del programma ufficiale del Jubilaeum 2025, destinerà i proventi alla beneficenza per la Siria. Dopo Roma, il gusto Hallelujah proseguirà il suo tour nelle gelaterie europee aderenti al Gelato Day.
Cosa dobbiamo dire, fanno tutto da soli!
Comunque anche la Super Santa vorrebbe il suo gelato, che gusto non saprei…
Annunciazione! Annunciazione!
Il 25 marzo, quindi dopo l’uscita del gelato, si è festeggiata l’Annunciazione del Signore, il momento in cui l’arcangelo Gabriele dice a Maria «Ave, piena di grazia, il Signore è teco, benedetta tu fra le donne», al che Maria accetta la calata dello Spirito Santo.
Mi sembra palese la correlazione col gelato, attente cucciole, il gusto Hallelujah non me la conta giusta!
Lello Arena e Massimo Troisi
Monaco del Fango
Siccome il gusto Hallelujah è al cioccolato la mente della vostra Super Santa ha fatto 2+2 tra cioccolato e fango, et voilà.
Lui è il Monaco del Fango, se non lo conosceste già, è una cucciola attivista ambientalista tedesca.
Era il 2023, all’interno delle proteste di Lützerath, in Germania, diventate un simbolo della lotta ambientalista contro l'espansione della miniera di lignite di Garzweiler.
Un video virale ha reso celebre la figura del "monaco ambientalista" o "stregone del fango", che, con mantello e scudo, affronta la polizia impantanata nel fango.
Gregotechno
Ho scoperto questo duo che fa canti gregoriani e musica techno, tra l’altro due cucciole decisamente carine. Speriamo di incontrarle molto presto!
Vi amo cucciole, questa Holy ice creamatica termina qui, spero di vedervi in giro, scrivetemi, telefonatemi, invitatemi alle feste. Vi auguro di trovare la forza uguale e maggiore a quella del germoglio che spacca la zolla di terra per emergere a rimirar le stelle!
PS - Non avevo voglia di registrare la Holy, scusatemi <3