Come sempre il registrato fatto in casa, il mio preferito in termini di cortisolo
Cucciole del mio cuore adorato, come state?
La vostra Super Santa torna con una Holyletter prolissa ma di buon auspicio.
Abbiamo chiuso l’anno che nemmeno ce ne siamo accorte, il nuovo è iniziato con la solita pretesa di spaccare le zolle di terra per riemergere chissà quale essere fiorito e invece ci svegliamo che siamo a malapena a metà del terreno. Il solstizio d’inverno ce lo siamo appena lasciato alle spalle, l’inverno avanza, il seme inizia a sollevare la testolina e spingere (lo ammetto, impossibile non pensare a quello che state pensando), gli orsi sono in letargo già da tempo, la natura cova sotterranea la vita e in questo panorama di ghiacci polari dovrei farvi sapere gli obiettivi del 2025? A no, anche il resoconto del 2024, lo abbiamo chiuso bene o male? Ma che me ne frega, cucciole, anche i famosi contadini della famosa cultura contadina in questo periodo non fanno un’emerita cazza di niente!
Quindi rallegriamoci cucciole, possiamo giusto immaginarci al caldo di una spiaggia a fare esattamente nulla, in questo caso non come i famosi contadini della famosa cultura contadina, da cui provengo per altro e da cui non ho preso niente.
Il dio dell’abbondanza: l’Ekeko!
A proposito di cultura contadina oggi vi parlo di un poderoso dio sudamericano dei contadini dell’altopiano andino (Bolivia, Perù, Cile e Argentina), lui è l’Ekeko. Lo so che da noi suona strano e la voglia di chiamarlo Kekko è forte ma essendo il dio dell’abbondanza ne ho oltremodo rispetto e mi atterrò alle regole.
L’Ekeko è un divinità molto potente, va benedetto e attivato attraverso un rituale semplice nella casa in cui volete che arrivi l’abbondanza.
Ha una storia molto bella, era un saggio uomo aymarà, sempre sorridente che aiutava tutte le cucciole, proprio per questo il dio del male, Awaqa, gli tese un’imboscata e lo fece a pezzi, spargendo questi ovunque.
Quando questi pezzi finalmente si riuniranno ci sarà un tempo d’oro, di pace e di grande abbondanza. Nel frattempo bisogna prendersene cura con assoluta devozione.
I pro di avere un Ekeko sul vostro altare (della costruzione di un altare ne parliamo nelle prossime Holyletter come anche dei rituali): porta tutto quello che gli chiedete, soldi, amore, macchine, cibo, case, lavoro (se proprio proprio).
I contro di avere un Ekeko sul vostro altare: fuma molte sigarette al mentolo, almeno due a settimana, se non gli lasciate dei doni tipo frutta o alcol, se non ve ne prendete cura vi prende tutto quello che vi ha dato. GIUSTAMENTE!
Questa cosa che si invocano le divinità e in cambio si versano solo lacrime, deve finire. Cucciole, regalate fiori, alcolici, frutta, cose belle, poesie, luci. Usiamo la fantasia e giochiamo a restituire il piacere, altrimenti è vergogna.
Mi raccomando, l’Ekeko ve lo devono regalare e non potete comprarlo voi. Si festeggia il 24 gennaio, peccato che non sia così facile recuperarlo se abitate in Italia, tutt’altra solfa se siete ovviamente in Sudamerica o nella penisola Iberica, in cui i negozi di santeria sfavillano in ogni angolo di strada. Certo, improvvisarsi con le divinità altrui non va fatto in leggerezza, ma sono certa che voi cucciole devote questo lo abbiate imparato. Comunque, è possibile che della cultura andina ci sia arrivata la Pachamama e l’Ekeko no? Ragioniamoci.
In un commento c’è scritto al video: Obreros con ekeko e criminali con santa muerte (operai con Ekeko e il resto lo avete capito)
Natale a Barcellona
Ho passato il Natale nella impetuosa Barcellona, una città che non visitavo da diversi anni. Appena sono sbarcata ho sentito che qualcosa in me cambiava, l’attivatore di questa energia è stato il mio adorato amico Marcello, amico di bellezza e di dolore, amico a cui ho affidato il mio profilo facebook se dovessi morire (per dire!). Barcellona è quel posto dove una come la Super Santa si sente a casa, dove può comprare candele, sante, divinità del sud e del nord del mondo, polveri magiche, incensi e sentirsi di andare sempre bene, sia in pigiama che in abito da sera.
Barcellona è quella città che se le chiedi di ascoltare le tue idee ti risponde: querida, sono molto curiosa di ascoltarti, vieni siediti qui. Ti guarda sorridente e già pensa a quale business far decollare con le tue idee. Una specie di città Ekeka.
Purtroppo la Sardegna, invece, appena le domando di ascoltarmi mi risponde: boh, non ne ho voglia, pensa al mare e alla natura, non rompermi i coglioni. Ora, non so a quante di voi quest’isola stia rispondendo con questo linguaggio scurrile e maleducato (sicuramente ad Alessandra Todde si), ma con me si è incattivita. Scusate la parentesi polemica.
Ramona Coronado García
La Reina indiscussa di Barcellona si trovava tra le sfavillanti prostitute di uno dei quartieri storici del centro città. Quello canaglia per eccellenza, dove entri gatto e esci pantera, il Raval.
Lei è la meravigliosa Monica del Raval!
Nata Ramona Coronada Garcìa il 16 febbraio 1964 a Villamanrique e morta Monica del Raval il 16 agosto 2024, a Barcellona all’età di 60 anni.
Monica è il simbolo di questa città cosmopolita, appariscente e fragile. È seppellita nel cimitero di Montjuic, gruppo 15, fila H numero 243, al quarto piano (scusate non sapevo come dirlo).
Con Marcello abbiamo osato un’ordalia di 20km per andare a onorarla, portarle la corona, una rosa rossa e un libro dal titolo No es amor, es deseo.
Se passate per Barcellona andate a trovarla, guarda il mare e l’aria si apre. Monica vi benedirà e vi proteggerà, per le strade del Raval e non solo. Vi proteggerà da chi vuole male ai corpi, da chi li censura, da chi li abusa, da tutte quelle persone che non ne fanno un culto e negano alle cucciole il piacere. Monica, cucciola del mio cuore, ti amo tanto e ti faremo santa!
Vestito Super Santa
Per le strade di Barcellona ho trovato quello che potrebbe essere il vestito delle grandi occasioni della Super Santa, vi piace? Vi viene in mente qualche altro stile, abito, costume da supereroina? Scatenatevi nei commenti o in privato, ne ho bisogno davvero.
Patrone di Barcellona
Sapete chi sono le patrone di Barcellona? Sant’Eulalia e la Madonna della Mercede. Ma un tempo tra le sante patrone c’era anche Santa Madrona o Matrona. Ora, voi sapete che sono originaria di un paese sardo che si chiama Lunamatrona? Per ora le congetture vertono verso i romani e le loro divinità, ma se e poi se e ancora se... il paese mio avesse preso il nome dall’antica martire Madrona, uccisa nel III sec. (ovviamente)? Chi sono per impedirmi una fantasticheria di questo tipo?
Al centro la Virgen de la Mercè, Santa Eulàlia a sx con la palma del martirio e la croce di Sant’Andrea su cui venne martirizzata, Santa Madrona o Matrona a dx con la barca simbolo della sua protezione nei confronti dei naviganti
“In epoca medievale, le città e i cittadini venivano posti sotto il patrocinio di un santo per proteggerli dai danni, per questo si dichiaravano santi patroni. Barcellona ebbe tre sante patrone. Due di esse sono ancora oggi molto conosciute: la Vergine della Mercè e Santa Eulàlia. Ce n'è una terza che era allo stesso livello, ma è stata dimenticata. È Santa Madrona, il cui onomastico si festeggia il 15 marzo. Tuttavia, non è stata dimenticata da tutta la città. Nel Poble-sec ci sono due chiese dedicate a questa santa e in primavera si tiene un incontro.
Santa Madrona, come San Severo, San Pacià e Santa Eulàlia, è considerata originaria di Barcellona ma, come Santa Eulàlia, la sua esistenza sembra più leggendaria che reale. Tuttavia, la grande devozione che la città le riservava è indiscutibile. Secondo la tradizione, raccolta tra gli altri dal folclorista Joan Amades, Madrona nacque in una villa romana nella zona di Montjuic e, rimasta orfana, andò a vivere in Grecia con un suo zio. Altre versioni dicono che non era orfana e che andò a lavorare come domestica. In ogni caso, si dice che fu martirizzata a Tessalonica. Qualche tempo dopo la sua morte, dei mercanti francesi comprarono il suo corpo per trarne profitto e lo misero su una nave diretta a Marsiglia. Una fortissima tempesta li costrinse a rifugiarsi nel porto di Barcellona, ma ogni volta che cercavano di salpare si scatenava una nuova tempesta. Era chiaro che la santa voleva rimanere nella sua città natale.
Júlia Costa, del Centre de Recerca Històrica del Poble-Sec (CERHISEC), spiega che Santa Madrona "è un'avvocata contro le febbri maligne, è la protettrice dei marinai, procura la pioggia e risolve le questioni difficili". Il fatto di invocare la pioggia spiegherebbe la devozione alla santa in molti luoghi della parte più "arida" della Catalogna e il fatto che fosse la patrona degli ortolani sull'altare di Pi. (la famosa Basilica di Santa Maria del Pino, nel quartiere gotico. Chiamata così perché nella piazza in cui sorge c’è un pino)
L'importanza della devozione a Santa Madrona è dimostrata dal fatto che, come spiega Júlia Costa, "nel 1563 la festa fu dichiarata obbligatoria e un anno dopo fu nominata compatrona per voto popolare". Da parte sua, il folclorista Joan Amades spiega: "Quando la città soffriva di siccità, si organizzava una processione che partiva da La Seu e si dirigeva all'eremo, passando per il portale di Sant Antoni. Sotto un baldacchino, il corpo della santa veniva portato alla Seu, per poi tornare all'eremo". Il folclorista racconta anche che molte donne avevano fatto voto di vestirsi da pellegrine nel giorno di Santa Madrona e che "per le strade della città si vedeva un gran numero di donne vestite con una lunga tunica, schiavi, un cappello a tesa larga, un alto bastone da cui pendeva una zucca, una lunga corda sul corpo e diverse conchiglie cucite sul vestito". Una porta d'accesso alla città che veniva spesso utilizzata nelle processioni era quella intitolata alla santa, che esiste ancora nel tratto di muro rimasto a Drassanes.
Oggi, nel Poble-sec, ogni quarta domenica dopo Pasqua si celebra l'incontro di Santa Madrona, con una sfilata, atti religiosi e una visita all'eremo dedicato alla santa.”
Tratto da questo articolo https://www.barcelona.cat/culturapopular/es/noticia/infobarcelonaessanta-madrona-olvidada-en-barcelona-pero-muy-presente-en-el-poble-sec_474486
Uomo cane
A Barcellona non ti rompono la cazza perché sei ignudo che fai il cane in giro per strada ma perché abbai in orario notturno.
Santa Giovanna D’arco
Santa Giovanna D’Arco di un artista che mi dispiaccio non riuscire a nominare, sta nella galleria d’arte contemporanea Base Elements
THEMÔNIAS 👹
In uno dei musei di arte contemporanea di Barcellona ho visto un film di Rosario Bqueer su un collettivo chiamato THEMÔNIAS 👹 - Movimento Artístico e Cultural do Inferno Amazônico. Totali, divinità amazoniche molto potenti.
Sabato 11 ritorna la Super Santa dal vivo!
Sabato 11 gennaio 2025 alle ore 18:00
All’interno della Rassegna I Sabati Dallarmadio del Teatro Dallarmadio, nella splendida cornice di Casa Saddi, in via Enrico Toti 24, Pirri.
La Super Santa si esibirà in Grazie Prego Ricevuto - un altro capitolo inedito della Super Santa che ci conduce in un rituale contemporaneo dove l’agiografia incontra il caos delle nostre vite.
In bilico tra devozione e ironia, accompagna il pubblico in un’esperienza intima dove ogni presenza trova il proprio santo o la propria santa, seguendo tracce impreviste e rivelazioni accidentali.
Per info e prenotazioni whats 3397102534 - mail promoteatroarmadio@gmail.com
ps - La serata continua con l’artista oristanese Paolo Vanacore in “Quante Storie”
Ciao cucciole, vi aspetto sabato prossimo per vederci dal vivo, scrivetemi, sentiamoci, incontriamoci. Buon anno
Che voglia di visitare una citta’ in cui passai di passaggio…
Il vestito e’ santo a prima vista! Ho percecipito ascensione e salvezza, tenera come zucchero filato rosa avvolgente, alato. Che sensazione dolce, salva, di grazia combattente nel riposo di un cuore che galoppa, che mi lasci ogni volta che ti leggo.